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Libri Cristiani


IL PAESE CHE AMO DI PIÙ


di Oswald J. Smith






Capitolo 3: La salvezza è solo per fede







1. Concetti errati circa la salvezza

1.a L'idea che l'uomo ha della salvezza

2. L'uomo non può fare nulla

2.a Il Fariseo e il pubblicano

2.b Nessuna opera dell’uomo potrebbe farci ottenere la salvezza.

3. Il piano di Dio per la salvezza

4. Il bisogno di Nicodemo

5. L'idea dominante: penitenza

6. I passi che possiamo leggere negli "Atti"

7. Solo la fede

7.a Come si ottiene la fede?




1. Concetti errati circa la salvezza

Dovunque mi sono recato per ragioni del mio ministerio, ho sempre incontrato persone che riposavano tranquillamente su dei concetti sbagliati circa la salvezza.

Essi si basavano su falsi fondamenti: credevano di essere salvati, mentre non lo erano.

Pensavano di essere giusti, di essere pronti ad andare incontro al Signore, ma, in seguito a qualche mia domanda, rivelavano apertamente che, riguardo al piano di Dio per la salvezza dell’uomo, erano tanto ignoranti quanto i pagani che vivono nell’interno dell’Africa.

Il demonio aveva accecato i loro occhi, aveva chiuso le loro orecchie, aveva ottenebrato i loro cuori e la loro mente perché restassero ingannati e non si convertissero.
Molti erano anche membri della Chiesa, erano buoni, retti, onestissimi, eppure non erano salvati.

E proprio perché so che tanti muoiono nella persuasione di essere salvati mentre non lo sono, proprio per impedire che molti si destino quando sarà troppo tardi, voglio chiarire il vero concetto cristiano della salvezza.



Quale terribile delusione proverebbe un cristiano praticante, che muore nella più serena aspettazione del Cielo e si desta davanti alle porte chiuse del Paradiso.

Amico carissimo, ascolta quanto sto per dirti affinché non sia anche tu nel numero di quelli che vengono ingannati dal nemico.

1.a L'idea che l'uomo ha della salvezza

Nella mente dell’uomo c’è la persuasione che si debba “fare” qualche cosa per ottenere la salvezza.

Nella lontana India ci sono degli uomini che, non sapendo nulla della grazia di Dio, non sapendo che la vita eterna è un puro dono di Dio, si sforzano per meritare la salvezza delle loro anime attraverso duri sacrifici.

Uno sta su di un letto di chiodi e sotto i raggi cocenti del sole,

l’altro si lascia bruciacchiare dal fuoco,

un terzo si vota al silenzio o tiene alzata una mano finché questa prende per sempre quella posizione.

Molti fanno chilometri e chilometri per recarsi in località ritenute sacre.

A migliaia sono quelli che si lavano religiosamente nel fiume Gange con la persuasione di essere purificati da quelle acque e di meritare cosi il Cielo.

Le stesse cose le vediamo nella Chiesa greco-ortodossa, nel giudaismo, nel cattolicesimo ed in tutte le religioni.



Fare, fare, fare!

Questa sembra la parola d’ordine delle religioni inventate dall’uomo!

Quale terribile schiavitù! Quante cose inutili! Quanti inutili sacrifici!

E tutto questo quando Dio ha detto con estrema chiarezza che la vita eterna è un dono.

Devi accettare la salvezza come un dono di Dio!

2. L'uomo non può fare nulla

L’uomo non può far nulla per salvare se stesso.


Nelle religioni degli uomini
il sangue va dall’uomo a Dio; ECCO IL MERITO;

nel vero cristianesimo
il sangue corre da Dio all’uomo: ECCO LA GRAZIA.

Tutto il sangue versato dagli uomini non sarebbe sufficiente a cancellare neppure il più piccolo dei peccati.

Solo il sangue dei Figlio di Dio, che fu versato una volta per sempre, là sulla Croce del Calvario, è sufficiente per rimettere tutti i peccati che sono, furono e saranno commessi sulla faccia della terra.

Tanti anni fa, Cristo gridò dalla Croce: «Tutto è compiuto».

Egli offrì a Dio il riscatto completo; che cosa potrebbe aggiungere l’uomo?


Se la bontà dell’uomo o la sua giustizia fosse stata sufficiente per fargli ottenere il perdono e la remissione dei peccati, la morte di Cristo sarebbe stata perfettamente inutile.

«Se la giustizia si ottiene per mezzo della legge – dice Paolo - in Galati 2:21, Cristo è dunque morto inutilmente».

Se l’uomo avesse avuto la possibilità di salvare se stesso per mezzo delle proprie opere, la morte di Cristo sarebbe stata la peggiore mostruosità della storia.

Ma Dio ha dato il Suo Unigenito Figliuolo perché sapeva che l’uomo non avrebbe potuto fare nulla da se stesso, e non aveva alcuna speranza.

2.a Il Fariseo e il pubblicano

«Due uomini salirono al tempio per pregare; l’uno Fariseo e l’altro pubblicano.
Il Fariseo, stando in piè, pregava così dentro di sé: O Dio, ti ringrazio ch’io non sono come gli altri uomini, rapaci, ingiusti, adulteri; neppure come quel pubblicano. Io digiuno due volte la settimana; pago la decima di tutto quel che posseggo.
Ma il pubblicano, stando da lungi, non ardiva neppure alzar gli occhi al cielo; ma si batteva il petto, dicendo: O Dio, sii placato verso me peccatore!»
(Luca 18:10-14).

Per il Fariseo, dunque, tutto consisteva nel dire: «Io ... digiuno, io faccio elemosine, io sono ... io non sono ... ecc.»

Era una vera, sfrontata autogiustificazione.

Anche oggi, quando chiedi agli uomini perché credono di essere salvati e sperano di poter entrare in Cielo, sentirai risponderti:

«Perché frequento assiduamente la chiesa; pago le decime; adempio tutti i miei doveri».

O anche: «Perché sono stato battezzato; insegno nella Scuola Domenicale; prendo parte attiva a tutte le buone opere della mia chiesa».



Ecco quello che sanno dire gli uomini: «Io, Io, Io».

Nessuno dice:
«Cristo».

Tutti parlano di quello che essi fanno, non di quello che Cristo ha fatto.

Quanto era diverso Paolo quando diceva: «Non io, ma Cristo», e si riteneva il peggiore dei peccatori.

Prendiamo il posto che ci spetta; reputiamoci dei poveri peccatori bisognosi di aiuto; speriamo solo in quello che Cristo ha fatto per noi.

Non dimentichiamo mai che la nostra giustizia è un «panno lordato» al cospetto di Dio e ricordiamo sempre che Gesù ha pagato tutto.

2.b Nessuna opera dell’uomo potrebbe farci ottenere la salvezza.

Potresti essere uno dei membri più attivi della chiesa senza essere salvato, perché l’attività della chiesa, per quanto utile e buona, non salva mai alcuno.

Dottrina, preghiere, sacrifici, elemosine, lacrime e penitenze, sono cose buone, ma non ti potranno mai salvare.

Un uomo, ministro o sacerdote che sia, non potrà fare nulla per la tua salvezza.

«E in nessun altro è la salvezza – dice la Scrittura -, poiché non v’è sotto il cielo alcun altro nome che sia stato dato agli uomini, per il quale noi abbiamo ad essere salvati» (Atti 4:12)

Cristo, dunque, solo Cristo può salvarci.

Non esiste opera religiosa o morale che possa farci ottenere da Dio il grande dono della salvezza.

Persuadiamoci bene che la salvezza «Non è in virtù d’opere, affinché niuno si glori» (Efesini 2:9)

E allora, caro amico, se fai affidamento su quel che sei o quel che fai, sei certamente perduto: nessuno può salvare se stesso.

3. Il piano di Dio per la salvezza

Come abbiamo visto, il piano dell’uomo riguardo alla salvezza si basa sui “meriti”, mentre quello di Dio si basa solo sulla “grazia”.

L’uomo cerca di “fare” o di “essere” qualche cosa per poter ricevere la salvezza, mentre Dio dice: «È per grazia che voi siete salvati» (Efesini 2:8).


La “grazia” è completamente l’opposto del “merito”; l’una esclude assolutamente l’altro.

Se, dunque, la salvezza è solo opera della grazia, non si potrà avere per mezzo di meriti personali; e se si potesse avere per mezzo di meriti personali, non sarebbe opera della grazia.

Grazia è una delle più grandi parole della Bibbia.

«Il Vangelo della grazia di Dio» è ciò che dobbiamo annunciare a tutti i nostri fratelli.

Una delle più belle affermazioni della Parola di Dio circa il glorioso piano della salvezza, la troviamo in Romani 3:24 dove è scritto che tutti i credenti «sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù».

Ogni parola di questo passo è ricca di significato.

Prendi, per esempio, la parola redenzione. Essa significa ricomprare.

Il genere umano, infatti, era stato venduto a satana e al peccato dal primo Adamo che peccò nel paradiso terrestre.

Venne il Secondo Adamo, il Figlio di Dio, e col Suo sangue ricomprò l’uomo che era divenuto schiavo di Satana.

Il coro di un cantico dice:

«Non ci comprò con argento, né con or,
ma col Suo prezioso sangue il Redentor».

Il prezzo che Cristo pagò per il nostro riscatto è stato tutto il Suo sangue benedetto.

«Non con cose corruttibili, con argento o con oro, siete stati riscattati – dichiara l’apostolo -, ma col prezioso sangue di Cristo» (1ª Pietro 1:18,19).

Ora che il debito è stato interamente saldato, Dio può giustificare l’uomo gratuitamente.

La parola greca che in Romani viene tradotta per gratuitamente, in Giovanni 15:25 è resa per senza cagione. «Mi hanno odiato senza cagione»

Con questa espressione si vuole dire che non avevano alcun motivo per odiarLo, ed il significato della parola “gratuitamente” è proprio questo: Dio giustifica il peccatore, perché vuole giustificarlo, cioè lo giustifica “gratuitamente”, e non perché l’uomo possa vantare il minimo diritto.

Dio giustifica solo per l’Opera redentrice del nostro Signore Gesù Cristo.

La grazia è, dunque un favore “gratuito” da parte di Dio; la salvezza è unicamente opera della grazia: essa è frutto dell’infinita bontà e generosità di Dio.

Due sono i modi per soddisfare la Legge:

osservarla con esattezza

o subirne le conseguenze quando viene violata.

La pena per chi aveva violato la legge era la morte.

Sta scritto, infatti, che «Il salario del peccato è la morte» (Romani 6:23).
Ed anche:
«L’anima che pecca sarà quella che morrà» (Ezechiele 18:4).

Nessuno potrebbe violare la legge senza incorrere nella dovuta punizione.

Dio voleva salvare il peccatore, ma nello stesso tempo non poteva venir meno alla Sua infinita giustizia che richiedeva la punizione del peccato.

Dio voleva dimostrare che
«è giusto e giustificante colui che ha fede in Gesù» (Romani 3:26)

Fu questo il motivo per cui dette Cristo come propiziazione per i peccati dell’uomo.

«Il quale Iddio ha prestabilito come propiziazione mediante la fede nel sangue di esso, per dimostrare la sua giustizia» (Romani 3:25).
«Ed egli (Gesù) è la propiziazione per i nostri peccati; e non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo» (1ª Giovanni 2: 2).

Prendendo su di Sé la pena dovuta al peccato, cioè la pena di morte, Cristo rese possibile la concessione della “grazia” da parte di Dio.

4. Il bisogno di Nicodemo

Nicodemo era un uomo religiosissimo ed osservava scrupolosamente la legge.
Era un Fariseo dei più zelanti, «un Fariseo modello» agli occhi degli uomini, tutto in lui era perfetto ed irreprensibile, eppure ascoltiamo Gesù:
«Nicodemo, non basta che tu sia tanto buono e retto, che abbia un grande zelo per l’osservanza della legge: c’è una cosa che vorrei vedere in te: la vera vita spirituale. Tu “sei morto nei falli e nei peccati”, poiché tutto quello che sei o che hai fatto di buono non ti ha dato la vera vita, la vita dello spirito. Tu sei ancora privo della vita di Dio, di quella vita che ti è assolutamente necessaria se vuoi arrivare a vedere il Signore.
Devi nascere di nuovo: è necessario che tu faccia l’esperienza della nuova nascita»
.

Mio caro amico, hai tu la vita dello Spirito di cui Gesù parlò a Nicodemo?
Hai in te la vita eterna, oppure, come Nicodemo, fai affidamento sulle tue opere che non servono a nulla?

5. L'idea dominante: penitenza

Quanto è difficile far comprendere agli uomini che bisogna credere con semplicità a quanto Iddio ha detto nella Sua Parola.

Essi si affannano inutilmente ed insistono nel voler “fare” qualche cosa per guadagnarsi il favore divino.

Prendiamo, per esempio, l’idea della penitenza che è profondamente radicata nel cuore di tanti uomini.

Essi pensano che Dio richieda un lungo periodo di amari rimorsi e di dure penitenze prima di concedere la Sua grazia divina.

Ecco perché molti si abbandonano alla disperazione o alle forme più varie di penitenza.

L’uomo potrebbe essere anche profondamente convinto di questo, ma ciò non cambierebbe nulla:

la penitenza, il dolore per i peccati commessi, la confessione di essi non potranno mai sostituire la vera conversione.


La Bibbia ci dice chiaramente che queste cose non costituiranno mai il motivo per cui Dio ci concederà il dono della salvezza.

Il vero ravvedimento, cioè il mutamento radicale della propria vita e l’abbandono assoluto del peccato, sono conseguenze e non cause della salvezza.

La vera conversione si manifesta dopo l’esperienza della nuova nascita; essa accompagna sempre il dono della salvezza.


Immaginiamo che ti senta profondamente convinto di peccato.

Cominci a fare le più dure penitenze, a digiunare, a pregare, a confessare apertamente il tuo peccato, ad implorare con gemiti e lacrime il perdono e la misericordia di
Dio.

Basterà tutto questo a farti conseguire la salvezza?

NO!

È necessario che tu cessi almeno per un istante di fare, per confidare in Gesù, per confidare solo nel Suo sangue prezioso che fu versato per te, là sulla croce del Calvario.

Tu devi porre tutta la tua fiducia non nei pianti e nelle penitenze, ma nell’opera compiuta da Cristo; devi credere che Cristo ha pagato tutto.


Questo atto di fede ti salverà.

Questo tuo atteggiamento pone Dio nella Sua vera luce.

Un giorno stavamo distribuendo dei trattatini. Cercavamo di farli accettare da tutti, volevamo che tutti quelli che ci passavano accanto e tutti gli abitanti del luogo avessero uno dei nostri opuscoletti; andavamo anche di casa in casa.

Immagina se, mentre bussavamo di porta in porta o andavamo per le vie della città, si fosse avvicinato a noi uno e ci avesse chiesto un trattatino. Che avrebbe detto la gente se ci avesse visto voltare le spalle a quella persona e negarle quanto chiedeva con insistenza?
Ci avrebbe considerati pazzi. «Stanno cercando di dare a tutti la loro letteratura e la negano a questo povero uomo che la desidera tanto!».

Certamente noi avremmo dato ben volentieri qualcuno dei nostri trattatini a costui, lo avremmo fatto con vera gioia, essendo quello il nostro più grande desiderio e lo scopo della nostra attività. Egli non avrebbe dovuto fare altro che stendere la mano per prenderlo.

Allo stesso modo il Signore concede la Sua grazia.

Egli non volta le spalle a nessuno;

non è necessario che gli uomini si affannino e implorino la Sua grazia, non è necessario che Lo costringano a concedere loro la salvezza; poiché questo è il Suo ardente desiderio, questo il fine per cui ha mandato il Suo Unigenito Figliuolo.

Dio tende le Sue braccia amorose verso il genere umano e con voce tenera, misericordiosa, paterna, dice: «Vieni, credi, prendi»

Quando l’uomo assume l’atteggiamento di chi crede, pone Dio nella Sua vera luce, mentre

quando prega e scongiura, sembra che voglia costringere Dio a salvarlo, e in tal modo non riconosce la generosa ed infinita misericordia del Suo Padre celeste.

È l’uomo che non vuole essere salvato, è l’uomo che ha bisogno di essere spinto ad accettare il dono di Dio.

Il Signore offre con amore, offre con generosità; l’uomo non deve fare altro che accettare il Dono e dire a Dio il suo grazie sincero.

Dunque, stai attento all’atteggiamento che prendi; esso deve mettere Dio nella Sua vera luce.

6. I passi che possiamo leggere negli "Atti"

Ecco alcuni passi scritturali che troviamo negli Atti degli Apostoli e che possiamo leggere con attenzione per avere una risposta esauriente alla domanda: «Che cosa debbo fare per essere salvato?»

Il primo lo troviamo in Atti 10:43.
Pietro sta predicando a Cornelio e ad altri Gentili che sono riuniti nella casa di costui,
«Chiunque crede in lui (Dio) - dice egli - riceve la remissione dei peccati mediante il suo nome».

In Atti 13:39, poi, leggiamo: «Chiunque crede è giustificato di tutte le cose».

E finalmente in Atti 16:31, Paolo dice al carceriere di Filippi: «Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la casa tua».

7. Solo la fede

La salvezza, cioè la vita eterna, si ottiene per mezzo della fede e solo per mezzo di essa.

«E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figliuol dell’uomo sia innalzato, a affinché chiunque “crede” in lui abbia vita eterna» (Giovanni 3:14-16)

Ed anche: «Chi crede nei Figliuolo ha vita eterna; ma chi rifiuta di credere al Figliuolo non vedrà la vita, ma l’ira di Dio resta sopra di lui» (Giovanni 3:36).

«In verità, in verità vi dico: Chi ascolta la mia parola e crede a Colui che mi ha mandato ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita» (Giovanni 5:24).

Altrove leggiamo: «Che debbo io fare per essere salvato?». E la risposta è «Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua casa» (Atti 16:30, 31).

«Poiché è per grazia che voi siete stati salvati e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù d’opere, affinché niuno si glori» (Efesini 2:8, 9)

«Ma queste cose soro scritte, affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figliuol di Dio, e affinché credendo, abbiate vita nel Suo Nome» (Giovanni 20:32).

«In verità, in verità io vi dico: Chi crede ha vita eterna» (Giovanni 6:47).

Ecco, tutto è chiarissimo: tu Lo devi accettare per fede e lo Spirito Santo farà il resto.

La morte espiatrice di Cristo è il fondamento della nostra salvezza; la fede è l’anello che unisce il peccatore a Cristo.

La fede ci fa confidare in quel che Cristo ha fatto per noi;

la fede porta con sé il ravvedimento, cioè il mutamento radicale della vita.

Conseguenza della nostra salvezza sarà una vita nuova, un comportamento nuovo. Non è questa una verità meravigliosa?

Ascolta, è Dio stesso che parla: «La fede viene dall’udire, e l’udire si ha per mezzo della parola di Cristo» (Romani 10:17).

7.a Come si ottiene la fede?

La fede si ottiene ascoltando con attenzione quel che Dio dice circa il peccato e il Suo divin Figliuolo; non pregando e sospirando per i peccati, non scrutando il cuore, ma solo ascoltando ciò che Dio dice.


Oh, quanto è difficile convincere gli uomini ad ascoltare la voce del Signore; quanto è difficile spingerli a credere alla Sua divina Parola e a porre tutta la loro fiducia nell’opera compiuta sul Calvario!

Eppure solo in questo modo si può ottenere la salvezza dell’anima.

Tu hai mancato; sei colpevole, poiché tutti gli uomini lo sono, senza distinzione alcuna, ma Dio ha provveduto un rimedio.

«Il sangue di Gesù, Suo Figliuolo, ci purifica da ogni peccato» (1ª Giovanni 1:7).

Messaggio davvero meraviglioso!



Non vuoi credere alla Parola di Dio? Non vuoi accettare il rimedio divino? Vieni, riconosci te stesso colpevole davanti a Dio e gettati nelle Sue braccia misericordiose.

Amico carissimo, non senti la voce amorosa dello Spirito Santo che t’invita? «Torna, torna - Egli dice - Perché vuoi perire?».

Dio vuole che ti separi da tutto ciò che può tenerti lontano da Lui; da tutto ciò che può impedirti di avvicinarti al Suo trono.

Egli non può entrare nel tuo cuore e prendervi stabile dimora se vi è il peccato; Gesù è venuto a salvare il Suo popolo dai loro peccati (cfr. Matteo 1:21).


Egli ti salverà se Glielo permetterai. Egli ti libererà dalle tue colpe; ti porrà sulla via STRETTA che ti conduce al Cielo.

Lascia dunque la città della distruzione e mettiti in cammino per la tua Patria celeste, il Cielo.


Tutto ciò ti sarà possibile se accetterai Gesù come tuo personale Salvatore: «A tutti quelli che l’hanno ricevuto Egli ha dato il diritto di diventare figliuoli di Dio» (Giovanni 1:12).



Vuoi ricevere Gesù?

Fallo oggi stesso, te ne prego!